Il leggendario Parco Nazionale del Serengeti

Sintesi

Il Serengeti Safari Park si estende su 14.763 km² di pianure sconfinate, che arrivano fino al confine con il Kenya e si estendono quasi fino al Lago Vittoria. L’ecosistema del Serengeti comprende anche la vicina Ngorongoro Coservation Area. Il parco è ricco di una magnifica fauna selvatica. Si stima che circa 3 milioni di grandi animali vaghino per le pianure. Gli abitanti della tribù Masai lo chiamavano Siringitu – “il luogo dove la terra si muove per sempre”. Il Serengeti è conosciuto come uno dei migliori santuari della fauna selvatica al mondo.

In quest’area sono stati istituiti due Siti del Patrimonio Mondiale e due Riserve della Biosfera. Il suo ambiente unico ha entusiasmato scrittori, registi e numerosi fotografi e scienziati. L’ecosistema del Serengeti è uno dei più antichi della Terra: le caratteristiche principali del clima, della flora e della fauna non sono praticamente cambiate negli ultimi milioni di anni.

La fauna selvatica

Il Parco Nazionale del Serengeti vanta grandi mandrie di antilopi, tra cui l’eland di Patterson, il klipspringer, il dikdik, la zebra, le gazzelle, il leone, l’impala, il leopardo, il ghepardo, la iena e altri mammiferi più grandi come il rinoceronte, la giraffa, l’elefante e l’ippopotamo. Nel parco sono state registrate quasi 500 specie di uccelli. Il Serengeti è un’opportunità per uno dei migliori game-viewing dell’Africa.

La storia

La storia dell’insediamento umano ruota in gran parte intorno alla storia dei popoli africani, dai cacciatori-raccoglitori che vagavano per le pianure, fino alle persone di oggi che lo proteggono come principale destinazione per i viaggiatori. La storia del Serengeti è stata praticamente ignorata, ad eccezione di Olduvai Gorge, dove la famiglia Leakey ha scoperto fossili di antenati umani e animali risalenti a quasi due milioni di anni fa, e che fa parte della Ngorongoro Crater Conservation Area.

Le mosche tse-tse nei boschi e la malattia del sonno hanno fatto sì che il Serengeti fosse risparmiato dall’insediamento europeo, e con esso dall’estinzione della fauna selvatica che altri Paesi africani hanno subito.

Quando visitarlo

Il clima del Serengeti è caldo e secco. La stagione tropicale delle piogge va da marzo a maggio, con brevi piogge da ottobre a novembre. Il Serengeti è rigoglioso e verde dopo le piogge, ma segue un costante inaridimento che inibisce la crescita delle piante e incoraggia gli animali a migrare in cerca di acqua.
Con altitudini che vanno dai 920 ai 1.830 metri, le temperature medie variano dai 15 ai 26 gradi Celsius. Le temperature più fredde si registrano da giugno a ottobre.

Migrazione nel Serengeti

Il Serengeti è famoso per la migrazione degli animali. Ogni ottobre e novembre, più di un milione di gnu e circa 220.000 zebre viaggiano verso sud dalle colline settentrionali alle pianure meridionali per le brevi piogge tropicali, per poi dirigersi verso ovest e verso nord dopo le lunghe piogge di aprile-giugno.

La migrazione degli gnu, come un filo conduttore, abbraccia e collega l’ecosistema del Serengeti come ha fatto per almeno due milioni di anni. Ogni anno, con alcune variazioni stagionali nei tempi e nelle dimensioni, un milione di gnu si sposta in un’area di confine.